Nel Trading, come sappiamo, ci sono davvero tanti strumenti per fare un’analisi di mercato, Medie Mobili, Stocastico, RSI, ed uno degli strumenti più conosciuti e più “chiacchierati” è il Market Profile.
Il Market Profile è un metodo di rappresentazione grafica che è stato inventato e sviluppato da Peter Steidlmayer negli anni ’80 e poi implementato presso il Chicago Board of Trade (CBOT), il più antico mercato di futures e opzioni del mondo.
Si tratta di uno strumento di analisi di mercato basato sulla distribuzione dei volumi “lungo” i prezzi.
La base di molte tecniche operative
A livello grafico, l’indicatore crea una “campana” di volumi, all’interno della quale si individua il livello di prezzo in cui ci sono stati più scambi, che viene poi considerato rilevante per il mercato. Questa è la base, dalla quale ovviamente nasce lo studio di varie tecniche operative.
Quindi, sintetizzando, il Market Profile combina e sintetizza il Tempo, il Prezzo ed il Volume in una distribuzione statistica che si ispira alla curva normale o Gaussiana.
Ma siamo sicuri che basta solo questo? E soprattutto, siamo sicuri di avere tra le mani dei dati reali forniti da piattaforme che solitamente sono gratuite o costano poche centinaia di euro l’anno?
In questo video, registrato dal nostro Master Trader, parliamo proprio di questo e risolviamo una volta per tutte il grande dilemma del Market Profile:
Un equivoco frequente
“Voglio risolvere una volta per tutte questo equivoco; mi sono accorto che su altri canali YouTube si fa abuso di questo indicatore che non so bene come venga definito da TradingView, ma io lo conosco come Market Profile e che sarebbe un indicatore di volume.
Voglio parlare del Market Profile perché l’ho sentito definire addirittura il re degli indicatori ed invece non è così.
Questo infatti, non è un indicatore di volumi reali, ma indica solamente quante volte il prezzo batte sui livelli di Bid ed Ask.
[Nel mondo del Trading i termini bid e ask vengono utilizzati dagli operatori e dagli intermediari di Borsa per designare la migliore offerta di acquisto e la migliore offerta di vendita di uno strumento finanziario. Il bid rappresenta l’offerta di acquisto e l’ask l’offerta di vendita.
Per essere più precisi, questi termini corrispondono quindi ai prezzi ai quali è possibile una contropartita per realizzare un’operazione. Non va dimenticato infatti che la vendita di uno strumento richiede necessariamente un acquirente pronto ad acquistarlo e che, viceversa, l’acquisto di un strumento richiede necessariamente la presenza di un venditore. La differenza tra Bid ed Ask viene definite Spread.]
Infatti i dati che arrivano dal Ticker alle piattaforme di trading sono solo ed esclusivamente i livelli di Bid ed Ask, non gli arriva nessun altro dato. Se volete I volume REALI ve li manda Bloomberg a prezzi proibitivi.
Quindi chi guarda questo indicatore, guarda dei dati fasulli.
Inoltre, è fondamentale precisare che i volumi non si concentrano su questi indicatori da “fighetti”, bensì sui Punti Pivot, ossia uno dei più importanti strumenti di analisi.
Nonostante ciò, il prezzo si attiva soltanto su dei livelli di tempo, quindi non c’entrano nulla i livelli orizzontali che può darvi il Market Profile, i quali sono soltanto tracce di supporti e di resistenze.
Ribadisco quindi che i volumi si concentrano non tanto sui livelli di prezzo, ma sul tempo ed io lo dico da mesi ormai che non si può fare trading senza trascurare il fattore tempo.
Sento dire spesso, quando vengono fatte delle analisi, che ci sono punti di vista tecnici e ciclici, ma le due cose non sono separate, perché analisi tecnica e analisi ciclica sono la stessa cosa.
Prima di tradare il prezzo dovete imparare a conoscere il tempo e tradarlo in modo corretto, perché quello è il motore del prezzo.
Come vedete, i volumi non c’è bisogno di tracciarli, perché le impennate di prezzo si verificano sui Set Up temporali e con la Tecnica di Gann conoscerete sia le fasi di accumulo che quelle di distribuzione scandite dal fattore Tempo.”