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L’Indice Fear and Greed è sostanzialmente neutrale al 45% dopo aver toccato nel mese di Agosto la zona di rimbalzo al 33%.
Statisticamente oltre questa soglia, le cosiddette “mani forti” iniziano a posizionarsi per la direzione opposta ed è l’unico dato oggettivo da seguire anziché dedicarsi allo sport di scovare i retroscena, pratica del tutto inutile.
Le aree oltre il 33% e oltre il 66% sono anche quelle in cui iniziano ad affluire capitali che si preparano alla speculazione e solo in questa condizione del sentiment, la parola passa ai grafici e non il contrario.
Così sappiamo che l’investitore entrato sul breve termine, al 50% dell’indice sarà posizionato sulla 1×1, oltre il 66% sarà posizionato sulla 3×1, angolo di ritracciamento oltre il quale si alza la volatilità, ed infine sotto il 33% sarà posizionato sulla 1×3, che significa bassa volatilità, scarse aspettative di profitti veloci ed istituzionali che si posizionano Long.
E’ questo che ha fatto Gann, ha semplicemente assegnato ad ogni inclinazione di trend un profilo di sentiment e di riflesso la durata di permanenza a mercato che soddisfa le aspettative dell’investitore.
Come spiegato più volte, non sono le mani forti a determinare minimi e massimi, fanno fare tutto al retail e solo allora muoveranno le pedine, perché il mercato è quel luogo in cui si spostano capitali dagli impreparati ai preparati.